L’autismo

L’autismo

L’autismo è un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio e comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi.

Si tratta di un insieme di alterazioni dello sviluppo cerebrale, per cui è preferibile usare la definizione di “Disturbi dello spettro autistico” (o ASD, acronimo inglese di “Autism Spectrum “Disorder“).

Quali sono i sintomi?

E’ caratterizzato da un’ampia gamma di sintomi che varia per livello da individuo ad individuo, andando ad influire in maniera più o meno siginificativa nell’autonomia quotidiana e di vita. Una diagnosi precoce diventa fondamentale per poter intervenire in maniera efficace sulle diverse componenti di compromissione, o meglio di “diversità di funzionamento”.

L’autismo varia in gravità in base al livello di compromissione che limita l’autonomia nella vita quotidiana.
I bambini con disturbo dello spettro autistico hanno generalmente sintomi che si manifestano con difficoltà nella comunicazione e interazione sociali, difficoltà di comprensione del pensiero altrui e difficoltà ad esprimersi con parole o attraverso la gestualità o con l’utilizzo dei movimenti facciali.

Si possono riscontrare anche: una iper-sensibilizzazione nei confronti di rumori e suoni, movimenti del corpo ripetitivi e stereotipati, come dondolio, auto-stimolazione o battito di mani, risposte insolite alle persone, attaccamenti agli oggetti, resistenza al cambiamento nella loro routine o comportamento aggressivo o autolesionista.

Questi bambini a volte possono sembrare non notare persone, oggetti o attività nell’ambiente circostante. Alcuni possono infine sviluppare crisi epilettiche, già in età precoce o a partire dall’adolescenza.

Quando e come accorgersene?

I primi segnali si manifestano con problemi in alcune aree, in particolare la capacità di comunicare e relazionarsi con gli altri.

Tuttavia, è possibile riscontrare abilità insolitamente sviluppate in altre aree, come disegnare, suonare, risolvere problemi matematici o memorizzare i fatti, ed è per questo motivo che le persone con questa diagnosi possono risultare sopra la media nei test di intelligenza non verbale.

Alcuni bambini mostrano sintomi fin dalla nascita, altri iniziano a manifestare i primi sintomi tra i 18 e i 36 mesi.

Molti bambini con autismo non mostrano i sintomi di un disturbo della comunicazione fino a quando le richieste dell’ambiente non superano le loro capacità.

Identificare un disturbo dello spettro autistico è pertanto difficile prima dell’età di circa 12 mesi, e generalmente la diagnosi viene data a partire dall’età di 3 anni. Le caratteristiche dell’insorgenza includono il ritardo nello sviluppo o la temporanea regressione delle abilità linguistiche e sociali e modelli di comportamento stereotipati e ripetitivi.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi di autismo viene fatta con riferimento alla classificazione internazionale dei disturbi mentali attraverso il DSM, ad oggi alla sua quinta versione.

Nel DSM 5 i sottotipi di autismo sono raggruppati in una sola ed unica categoria chiamata come detto “Disturbi dello Spettro Autistico”.

I criteri del DSM 5 prevedono:

  • A – Deficit persistente della comunicazione sociale e nell’interazione sociale in molteplici contesti;

  • B – Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi.

Queste due dimensioni sono la base della diagnosi dimensionale, che va combinata con altri descrittori specifici che delineano l’intensità e il livello di altre caratteristiche della condizione.

Inoltre, nel criterio B sono considerati anche gli aspetti legati all’alterazione della percezione sensoriale (es. Ipersensorialità).

Insieme alle due dimensioni di base, viene integrata nella formulazione della diagnosi la rilevazione dei seguenti specificatori:

  • Con o senza compromissione intellettiva concomitante;

  • Con o senza compromissione del linguaggio;

  • Associata a una condizione medica o genetica nota o fattore ambientale;

  • Associata a un altro problema del neurosviluppo, mentale o di comportamento.

Ulteriore criterio di valutazione è il livello di gravità e di supporto richiesto, suddiviso su 3 livelli.

Quali sono i trattamenti per un bambino con autismo?

I programmi di intervento cosiddetti ‘comportamentali’ sono finalizzati a modificare il comportamento generale per renderlo funzionale ai compiti della vita di ogni giorno (alimentazione, igiene personale, capacità di vestirsi) e tentano di reindirizzare i comportamenti indesiderati. La maggior parte di questi interventi si basano sulle Scienze Applicate del Comportamento (ABA, Applied Behavioural Analysis). Tale disciplina ha permesso di sviluppare molte tecniche educative adatte a diverse fasi dello sviluppo del bambino, e a diverse finalità educative.

Un ruolo molto importante negli interventi educativi, come emerso dall’esperienza in campo terapeutico e dalla ricerca clinica, è rappresentato dai familiari. L’inserimento dei genitori/familiari nel programma educativo, con un’adeguata formazione, aumenta gli spazi di intervento fuori dai centri specializzati e permette un miglioramento delle interazioni nei confronti del figlio/familiare, aumentando la serenità del percorso di vita dell’intera famiglia.

I vaccini causano l’autismo?

Alcuni dati avevano sollevato la possibilità di un possibile collegamento tra vaccini e autismo.

Tuttavia, tutti i dati epidemiologici disponibili mostrano che non esistono assolutamente prove di un legame tra vaccino contro il morbillo-parotite-rosolia (MMR) e i Disturbi dello Spettro Autistico. I precedenti studi che sembravanosuggerire un possibile nesso causale tra vaccini e autismo hanno riscontrato numerosi problemi metodologici, che nehanno invalidato i risultati.

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