Gli adolescenti e il Sexting

Gli adolescenti e il Sexting

La sperimentazione della sessualità, tra gli adolescenti, è un bisogno fisiologico legato al benessere psicofisico e alla crescita.

Il distacco sociale e l’isolamento, in generale, ma in particolare ora -determinati dalle disposizioni per arginare la diffusione del Coronavirus – comportano difficoltà per tutte le relazioni, anche quelle dei più giovani, indipendentemente dal fatto di avere già una relazione affettiva anche prima dell’emergenza coronavirus.

Cos’è il Sexting

Il termine sexting deriva dall’inglese ed è composto da due parole, “sex” e “texting” (“sesso” e “messaggiare”). Con questa parola si intende generalmente lo scambio di messaggi, audio, immagini o video – specialmente attraverso smartphone o chat di social network – a sfondo sessuale o sessualmente espliciti, comprese immagini di nudi o seminudi. Questo fenomeno si è molto diffuso negli ultimi anni, anche tra i minori.

Perché è diffuso tra gli adolescenti

Il sexting è un fenomeno comune anche tra gli adolescenti e rientra nel processo di costruzione e scoperta della propria identità, tipico di questo periodo di vita. Non rappresenta quindi niente di ‘nuovo’, ciò che invece si è fortemente modificato ed evoluto nel tempo sono i mezzi attraverso cui i ragazzi e le ragazze oggi si esprimono e comunicano tra loro.

Il sexting nei minori può rappresentare una dimostrazione di amore e fiducia nei confronti del proprio partner, un divertimento, e un modo per sentirsi grandi sia agli occhi degli altri sia di fronte a se stessi.

Rispetto ad altri contesti, ad altre situazioi sociali, attraverso le tecnologie gli adolescenti si sentono più liberi di sperimentare, di sperimentarsi, e può risultare più semplice mettersi in gioco anche con meno pudore.

Il sexting può così offrire una sorta di ‘palestra’ in cui misurarsi con l’immagine del proprio corpo sessuato, e con l’imbarazzo che suscita l’idea di condividerlo con qualcuno.

Può quindi capitare che i ragazzi e le ragazze si lascino andare ad un sexting ‘sperimentale’, una specie di esercizio grazie al quale si mettono alla prova e si sperimentano per verificare prima di tutto con se stessi e poi con l’altra persona come riuscire a gestire l’imbarazzo, avere più controllo della propria immagine, ridurre o almeno rimandare le pressioni verso una maggiore intimità nel mondo reale.

E in questo senso da un certo punto di vista questo comportamento può anche essere visto come ‘protettivo’, in quanto grazie a queste prove ed incursioni nella virtualità, l’atto concreto può essere rimandato a un tempo futuro.

Possibili conseguenze

È importante essere consapevoli delle conseguenze che il sexting può avere.

Vediamone alcune:

  • L’incontrollabile diffusione nel web sconfinato

Nell’istante in cui vengono inviate, il ragazzo/a perde il controllo delle immagini prodotte, la loro diffusione su web e social network è al quel punto incontrollabile. difficilmente gestibile.

Può così verificarsi ad esempio il fenomeno del “revenge porn”, in cui le immagini vengono utilizzate da un/a ex partner a scopi vendicativi e con l’obiettivo di ledere la reputazione della persona ritratta, oppure si possono verificare fenomeni di cyberbullismo o di “sextortion” (la minaccia di diffusione del materiale foto/video, per ottenere qualcosa in cambio).

  • Conseguenze legali

Anche quando non c’è intenzione di danneggiare l’altra persone né di commettere un abuso online (come nei casi del revenge porn o della sextortion), non è escluso che i comportamenti tipici del sexting possano configurare reati connessi con la pedopornografia.

Secondo il nostro ordinamento il materiale scambiato in forma di sexting si declina come pedopornografico, quando se ne perde il controllo, anche ingenuamente.

Secondo il recente parere emesso del Comitato di Lanzarote del Consiglio d’Europa (l’organismo che monitora l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali), il “sexting” tra minori non costituisce una condotta connessa alla “pedopornografia” solo se destinato esclusivamente all’uso privato dei minori. Il problema è appunto che non sempre lo scambio di materiali rimane così ‘privato’.

  • Conseguenze emotive

Queste riguardano l’affettività e in particolare il tema del consenso.

La pressione dei pari (“lo fanno tutti o tutte”), ricatti o minacce (“se non lo fai, non mi ami”), problemi di autostima o il sentirsi in dovere nei confronti del proprio partner al fine di evitare il senso di colpa, possono essere tutti elementi che portano un ragazzo o una ragazza a cedere a comportamenti che non rispettano i suoi tempi o desideri.

Per questo motivo, è importante che il ragazzo o la ragazza sia equipaggiato/a con strumenti che gli/le consentano di leggere criticamente quello che vede o sperimenta, anche quando si tratta della sua sessualità, per poter, ad esempio, definire i propri confini e riconoscere quando una richiesta esterna li supera.

Ogni ragazza e ragazzo ha il diritto di vivere la sessualità secondo tempi e modi adatti alla propria maturità e questo può avvenire solo contando su conoscenze e competenze specifiche, in grado di orientarli e guidarli nelle loro scelte anche online.

L’educazione alla sessualità e all’affettività è fondamentale, per prevenire forme di abuso e per permettere ai minori di effettuare scelte che migliorino la qualità della loro vita, e non che la rendano più complicata.

Cosa possono fare gli adulti

Se un adulto di riferimento si rende conto che il minore è coinvolto nel sexting è bene capire innanzitutto la natura del coinvolgimento. È volontaria o no? Sono entrambi minorenni o c’è il rischio che sia un pericolo di adescamento online?
Una volta compresi i confini della situazione, il dialogo è essenziale.

Non è risolutivo giudicare il minore o evidenziare potenziali sbagli. La cosa più importante è sensibilizzare sulla natura delle piattaforme utilizzate, per essere il più possibile consapevoli dei potenziali rischi in cui si incorre e come evitarli.

Nel caso in cui le immagini utilizzate dal minore siano state diffuse contro la volontà della persona ritratta è opportuno rivolgersi al Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni, con l’obiettivo di ottenere la rimozione del materiale, per quanto possibile, se online, e il blocco della sua diffusione tramite dispositivi mobili.

.

Dott. Lorenzo Vezzali

Psicologo psicoterapeuta, Risorsa Uomo

Ultimi Post

Scroll Up

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi