Le paure dei bambini

Le paure dei bambini

Tra tutte le emozioni, la paura è una delle prima a manifestarsi, visibile già dai primi mesi di vita. Le paure infantili sono potenzialmente infinite, poiché dipendono dalla storia individuale di ognuno. Tuttavia, esistono alcune paure che si presentano con più frequenza di altre e che potremmo definire tipiche dell’età evolutiva: la paura dell’abbandono, del buio, dei mostri, del dottore, per citare alcuni esempi.

Attenzione! È importante non cadere vittima della convinzione erronea che bambini piccoli abbiano paure “piccole”. Sebbene gli adulti possano trovarsi spiazzati di fronte a timori che ai loro occhi appaiono ingiustificati, i bambini vivono queste paure con particolare intensità, quindi è importante saper dare il giusto peso al fenomeno, senza minimizzare né esagerare.

Da dove nascono le paure infantili?

La paura è un’emozione primaria con funzione autoprotettiva, fondamentale per la nostra sopravvivenza. Essa ci “mette in allarme”, producendo dei cambiamenti fisiologici – come la sudorazione, l’aumento del battito cardiaco e della respirazione, modifiche della circolazione sanguigna, contrazione dei muscoli – associati ad un senso di inquietudine interiore. Questo ci consente di attivare delle riposte di attacco o fuga davanti a situazioni pericolose o potenzialmente dannose che l’ambiente esterno ci presenta.

Fatta questa premessa, è facile capire come le paure infantili siano un fenomeno assolutamente naturale e adattivo, utile per la continua esplorazione della realtà (sconosciuta e, pertanto, potenzialmente minacciosa) che il bambino si trova ad affrontare in fase di crescita. La paura esorta alla prudenza e aiuta a valutare i rischi, consentendo al bambino di comprendere ed affrontare al meglio le situazioni pericolose. Pertanto, possiamo considerare le paure infantili come una tappa naturale dello sviluppo, da non associare immediatamente a traumi o ad un’errata educazione.

Quando diventano problematiche?

Questo avviene quando assumono dimensioni che impediscono una vita normale, ostacolano le attività quotidiane e interferiscono con il percorso di crescita del bambino. A tal proposito, è bene sottolineare che le paure dei bambini tendono ad acutizzarsi quando vengono nascoste, mentre tendono a diminuire nel momento in cui vengono manifestate apertamente.

Quali sono le tipologie di paure più frequenti in età evolutiva?

  • Paure innate: presenti fin dalla nascita, sono prevalentemente associate a cambiamenti fisiologici repentini, dovuti ad esempio ad un forte rumore o ad un lampo.

  • Paura dell’estraneo: è strettamente legata alla crescita e si presenta nel primo anno di vita, intono agli 8/9 mesi, quando il bambino comincia a differenziarsi dall’altro e a distinguere le figure di riferimento dagli estranei. Può manifestarsi in diversi modi, a seconda della propria indole: il bambino può piangere, stare in silenzio, nascondersi, attaccarsi fisicamente al genitore, abbassare gli occhi e così via.

  • Paura della separazione dal genitore: si manifesta intorno ai 12/18 mesi, raggiungendo l’apice a 2/3 anni. L’angoscia da separazione si manifesta perché il bambino non ha ancora acquisito il concetto di “costanza dell’oggetto” e, di conseguenza, non riesce a realizzare che se la figura di riferimento si allontana non sparisce.

  • Paura dei mostri e del buio: si manifestano intorno ai 3/5 anni di età. Accanto a paure legate alla realtà o a situazioni oggettive, ce ne sono altre che scaturiscono dalla fantasia dei bambini, come ad esempio, la paura dei mostri. Questi timori sono frutto del normale pensiero animistico del bambino e scaturiscono dal fatto che il suo mondo interno è costellato di preoccupazioni ed insicurezze dovute all’ignoto, che vengono poi proiettate all’esterno e rappresentate sotto forma di figure fantastiche. La stessa paura del buio è dovuta proprio allosconosciuto, all’assenza di punti di riferimento.

  • Paura di minacce alla propria incolumità, come quella dei ladri, di essere rapiti, di malattie: si manifestano tra i 6 e i 12 anni.

  • Paure legate all’immagine di sé, del corpo che cambia, del giudizio degli altri: sono tipiche dell’età adolescenziale.

  • Paure derivate da possibili traumi passati, legate a specifiche esperienze vissute: ad esempio, la paura del dottore può essere associata al dolore fisico di una puntura; la paura dell’acqua può nascere se una volta, facendo il bagno, il bambino ha bevuto.

Come aiutare i bambini a gestirle e superarle?

Le paure, essendo un fenomeno naturale, non vanno criticate, ma ascoltate. L’adulto deve aiutare il bambino a manifestare e comunicare le proprie paure, così da trasmettergli un senso di accettazione e supporto. Frasi che minimizzano, come “non avere paura”, “sei grande per questo tipo di paure!” sono da evitare, perché alimentano nel bambino l’idea che sia sbagliato esprimere liberamente le proprie paure, spingendolo a nasconderle, rendendo più difficoltoso superarle.

Allo stesso tempo, comportamenti eccessivamente protettivi sono controproducenti, perché in questo modo si passa il messaggio che sia “giusto” avere paura, trasmettendo l’immagine di una realtà incontrollata e pericolosa. In questo modo le paure del genitore vengono interiorizzate, andando ad incrementare le preoccupazioni del bambino.

L’adulto deve tenere a mente che:

  • La paura va rispettata e non sminuita, accettandola nel suo aspetto emotivo e senza razionalizzarla

  • Le paure rappresentano un aspetto della crescita e non uno strumento per far crescere

  • La fiducia in sé va valorizzata affinché il bambino si senta capace di affrontare le sue paure

  • Le aspettative dell’adulto non devono eccedere le reali capacità del bambino

  • È importante aiutare il bambino a comprendere le conseguenze dannose di un comportamento, senza intimorirlo

  • Alle naturali paure del bambino non vanno aggiunte le nostre paure, né le nostre eventuali preoccupazioni o angosce.

A tale scopo, dunque, può essere utile:

  • Aiutare il bambino a verbalizzare le proprie paure attraverso il linguaggio e, qualora risultasse difficoltoso, mettendole in scena, disegnandole o sfruttando il gioco.

  • Elaborare le paure attraverso fiabe, favole e racconti, dove le cose pericolose possono essere minimizzate e rese simpatiche. Ad esempio, si può costruire con i bambini una fiaba dove i mostri diventano amici o vengono sconfitti o dove mostrano delle fragilità.

  • Fornire al bambino elementi rassicuranti. Ad esempio, se la paura è quella del buio, si può gradualmente abituare il bambino a stare solo, utilizzando delle lucine o un oggetto da portare con sé, come ad esempio, una bambola, un pupazzo o una coperta.

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